Il Piano Nazionale Industria 4.0 prevede, individua ed analizza tecnologie 4.0 atte a fornire dati, simulare la realtà, raggiungerla e migliorare l’efficienza e la potenzialità industriale. Questo prevede anche l’utilizzo di robot collaborativi, interconnessi e sinergici, finalizzati a generare nuove modalità di utilizzo.
Una realtà smisuratamente aumentata per supportare processi produttivi industriali e realizzare nuovi sviluppi tali da ottimizzare la produttività.
Si parla quindi di tecnologia che concorrerà a creare modelli in grado di delineare prodotti o servizi da applicare all’idea strategica che, nella realtà dei fatti, rappresenta il modello prefissato come traguardo. Una sorta di prototipo virtuale, talmente efficace, da integrare con dati e informazioni fino ad arrivare alla realizzazione.
Dal concetto all’applicazione, il legame è la tecnologia abilitante.
Ciò significa che si parte da un disegno digitale per arrivare al prodotto. Nel passaggio si aggiungono informazioni ad una realtà, già conosciuta, per giungere ad un ambito applicativo che possa simularla, supportando esigenze di spazio e di localizzazioni.
Le tecnologie abilitanti, come evidenziato sul portale della ricerca italiana a cura del MIUR sviluppano soluzioni o miglioramenti tecnologici attraverso esperienze di ricerca capaci di rivitalizzare il sistema produttivo.
Secondo la definizione data dalla Commissione Europea le tecnologie abilitanti sono tecnologie:
“ad alta intensità di conoscenza e associate a levata attività di Ricerca & Sviluppo, a cicli di innovazione rapidi, a consistenti spese d’investimento e a posti di lavoro altamente qualificati”.
Il Piano Nazionale Impresa 4.0 è stato varato proprio per andare incontro a queste esigenze. L’attenzione è rivolta ai processi innovativi da implementare con l’integrazione delle tecnologie 4.0.
Le tecnologie abilitanti individuate sono raggruppate in 9 categorie:
Le tecnologie abilitanti complementari sono tecnologie già diffuse in molte realtà aziendali che tuttavia rientrano nelle tecnologie abilitanti solo se utilizzate in maniera “accoppiata e funzionale” ad esse.