A distanza di sessant’anni dall’introduzione nel vocabolario del termine industrial automation o automazione industriale, per dirlo in italiano, il settore è tutt’altro che arrivato.
Negli anni l’Industrial automation si è evoluta, passando da essere una semplice sostituzione dell’uomo a complemento del lavoro. Le fabbriche hanno dovuto affrontare negli ultimi anni una transizione in cui la remotizzazione dei processi produttivi e la gestione delle attività più pericolose da parte delle macchine sono diventate parte integrante delle attività..
Deep Learning, intelligenza artificiale, wifi e meccatronica. Ci sono ancora aree da sviluppare e implementare attraverso l’impiego e la sinergia delle tecnologie di ultima generazione già conosciute e sondate nel nostro Paese.
E’ questo quanto emerso dal Convegno dal titolo “Le nuove frontiere dell’automazione: l’integrazione tecnologica e la collaborazione tra sistemi“. Il focus dell’evento, organizzato da Sps Italia, è stato il margine di crescita in un’ottica di integrazione di processi, tecnologie e modelli di business.
Ciò che è emerso, valutando le case history di grandi colossi come Siemens, Festo, Keba, Novotic, Telestar e IoLink, sono state le grandi potenzialità e la presenza di ampi margini di crescita e di sviluppo della industrial automation.
Un approccio integrato volto alla individuazione di nuovi sviluppi è la chiave di volta dell’evoluzione. Non solo. Grazie all’intelligenza artificiale è possibile garantire tempi di analisi più rapidi, remotizzazione dei processi produttivi, manutenzione predittiva e monitoraggio a distanza, tramite le piattaforma cloud.
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